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ZAMPINI la voce della Juventus si racconta ad Abruzzogol.net

A cura di Luca Salini

“Quando Antonio Conte fu squalificato, qualcuno arrivò a dire che la Juve aveva costruito un tunnel segreto nello Stadium”.

Prima di conoscere le sue infinite qualità di comunicatore, mi chiedevo chi fosse quel giovane giornalista che in televisione “battagliava” contro i detrattori (sempre tanti) della Juventus e dei suoi successi. Poi ho scoperto che Massimo Zampini era un giornalista capace di mettere da parte il politically correct e di rispondere per le rime a coloro che mettevano in dubbio la legittimità delle vittorie juventine. Ma Zampini non è solo questo. Durante il primo lockdown ha condotto quotidianamente la trasmissione “Casa Juventibus”, che va in onda anche adesso, aiutando tanti italiani chiusi in casa a superare quei momenti colmi di angoscia e preoccupazione, tenendo loro compagnia con ospiti di primissimo piano. Ora è anche un volto Mediaset e lo vediamo ospite costante della trasmissione Pressing.

Un giornalista-scrittore, avvocato di professione, poliedrico e appassionato di calcio, ma soprattutto innamorato della “Vecchia Signora”. Intervistarlo per me ha rappresentato un motivo di grande orgoglio e non finirò mai di ringraziare Massimo per la prestigiosa opportunità, raccontandomi anche tanti retroscena interessanti e inediti. Ah dimenticavo, nei giorni scorsi è uscito il nuovo libro di Massimo Zampini, dal titolo “3000 giorni con la Juve campione d’Italia”, con la prefazione del Premio Strega Sandro Veronesi. Confesso di aver prenotato il libro e di scalpitare in attesa di riceverlo. Per chi volesse acquistarlo, ecco il link https://www.amazon.it/3000-giorni-Juve-campione-dItalia/dp/8893883562

In questi giorni è uscito il tuo nuovo libro dal titolo “3000 giorni con la Juve campione d’Italia”. Ti confesso che l’ho già prenotato e sono in attesa che arrivi… Quali sono gli argomenti e i temi principali trattati nel libro?

Si tratta del racconto divertito ed emozionato di circa 3400 giorni di dominio juventino: un periodo incredibilmente lungo, che va dalla corsa verso il primo scudetto – vinto a Trieste il 6 maggio 2012, che nel libro è il giorno 0, da cui partono i 3000 e passa giorni – a oggi, con una doverosa chiosa sulle mille polemiche costanti anche di questi primi mesi della nuova stagione: in breve, racconto parallelamente il nostro glorioso percorso in campo e il racconto surreale che ne viene fatto fuori, in cui la Juve sembra perennemente in difficoltà, litigiosa, sotto inchiesta, attaccata perfino dalla Federazione di tamburello e baseball, perché parlare di Juve garantisce visibilità.

Poi, visto che lo hai prenotato (grazie!) aspetto il tuo giudizio quando lo avrai letto!

Nove scudetti consecutivi rappresentano un record difficilmente superabile. Eppure tanti tifosi juventini non sono molto contenti dell’inizio di questa stagione. Sono stati abituati troppo bene?

C’è anche questo aspetto, nel libro. Noi juventini talvolta non ci godiamo appieno la straordinarietà di questi successi: a febbraio del 2018 in molti volevano mandare via Allegri dopo l’orrenda andata con l’Atletico mentre stava vincendo l’ottavo scudetto di fila con 10-15 punti di vantaggio. Qualcuno, in questi anni di monopolio juventino, ha sofferto perfino i fuochi d’artificio e le prese in giro per le sconfitte nelle finali di Champions contro Barcellona e Real da parte di chi neanche faceva le coppe o usciva con Dnipro o Beer Sheva. Capiremo solo più avanti la grandezza di quanto abbiamo vissuto/stiamo vivendo. Eppure, come scrivo nel libro, nel 2006, dopo l’inferno di Calciopoli, c’eravamo ripromessi che ci saremmo goduti senza sosta ogni singola vittoria, da quel momento in poi. E una promessa va sempre rispettata.

Nel libro parli anche dei detrattori della Juve. Perché secondo te la Juve è così amata ma anche così odiata, sportivamente parlando?

I detrattori della Juve danno sempre un contributo fondamentale: sono impagabili, pervasi da un’ossessione che porta perfino a pensare che abbiamo costruito un tunnel segreto nello stadium  mentre Conte è squalificato, come ricordo in un capitolo. I motivi sono tanti: le paranoie sul potere della famiglia Agnelli, le vittorie continue, il fatto di essere coloro che lottano per il titolo quasi sempre, e quindi quando tocca ai fiorentini, romanisti, napoletani e compagnia, di fronte hanno sempre noi, gli odiati che impediscono feste e scudetti. Mica perché abbiamo Zidane, Platini, Tevez e Ronaldo, eh, non sia mai, sempre grazie a qualche aiuto esterno. In Italia è un modo di essere, il complottismo verso chi vince, splendido alibi per coprire le nostre mancanze. E poi gli juventini sono diffusi in tutta Italia, ci trovano sempre tra i piedi…

La prefazione è stata scritta dal vincitore del Premio Strega Sandro Veronesi, che parla di “Metodo Zampini”… In cosa consiste?

Questo lo ha scritto lo straordinario Veronesi, e per me rappresenta già un motivo più che valido per aver scritto questo libro, per cui gli sarò sempre grato. È una sorta di coccarda che porterò per sempre con me, anche se vendessi zero copie. Lui, il più grande scrittore italiano vivente, sostiene che la mia dialettica sia perfetta per replicare ai ridicoli complottismi degli haters. Non male, no?

Quando hai avuto l’idea di scrivere il libro e quando lo hai scritto materialmente?

Ho deciso dopo Juventus-Atalanta 2-2, con due rigori per noi per falli di mano che hanno fischiato per tutto l’anno, ma quel giorno hanno destato scandalo. Lì i tanti messaggi ricevuti in cui mi si diceva che avrei dovuto cercarmi una casa editrice mi hanno fatto capire che era tempo di un libro su questo periodo assurdo.

A tuo giudizio qual è il giocatore più forte che hai visto giocare nella Juventus?

Quasi impossibile dirlo, per chi ha visto Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Baggio, Del Piero, Zidane, Ferrara, Deschamps, Trezeguet, Buffon, Nedved, Ibrahimovic, Tevez, Ronaldo e decine di altri fuoriclasse. Ma tra tutti scelgo Michel Platini, classe, intelligenza, leadership, carisma e una valanga di gol e assist.

La Juve più forte di sempre?

Vale la risposta precedente: impossibile fare classifiche: mi prendo quella che diventa campione del mondo a Tokio nel 1996, ma faccio una grande ingiustizia a diverse altre, comprese diverse di questo ciclo pazzesco.

Sei uno dei fondatori di Juventibus e conduttore della trasmissione Casa Juventibus. Durante il primo lockdown la trasmissione andava in onda tutti i giorni con ospiti di spessore. Hai tenuto compagna a tante persone costrette a casa e di questo ti va dato merito.

Ti ringrazio. Abbiamo cominciato all’improvviso il primo giorno di lockdown, volevamo tenerci vivi noi e dare compagnia a chi stava in casa: siamo partiti chiedendo di indovinare quanti datteri ci fossero in un barattolo – stile Carrà con i fagioli con trent’anni di ritardo – e dopo qualche tempo avevamo quotidianamente ospiti come Marcello Lippi, Gentile, Cabrini, Iuliano, Ferrara, Moggi, Montero, Pepe, Matri, Marchisio e tantissimi giornalisti, protagonisti del mondo dello spettacolo come Marcorè, Sermonti, Shade e compagnia. Anche ora andiamo in onda alle 14 sul canale Twitch di Juventibus e poco dopo in replica sul nostro canale Youtube. Ci trovate lì!

Parliamo della Juve di Pirlo. Squadra ringiovanita, rinnovata e con un CR7 in stato di grazia. Dove può arrivare questa Juve?

Può arrivare ovunque; per ora è stata discontinua ma è davvero presto per dare un giudizio su Pirlo. Di certo mi pare prematuro il de profundis (un classico di ogni stagione, peraltro, come leggerete nel libro: prima o poi statisticamente ci prenderanno!) che si legge ovunque…

Il Milan primo in classifica. Te lo aspettavi?

No, ma la vita e il calcio sono fatti di cicli: anche i rossoneri a breve torneranno a lottare per il primato, forse già quest’anno.

A tuo giudizio cosa cambierà nel mondo del calcio dopo la pandemia?

Leggo il presidente Agnelli, che come sempre ha una visione a lungo raggio e non si preoccupa solo di beghe interne come alcuni suoi colleghi, e prevedo un forte calo collettivo di introiti e spese. Ma la Juve rimarrà sempre competitiva.

Noi ci occupiamo prevalentemente di calcio dilettantistico. Molto lo definiscono ingiustamente calcio minore. Tu come la vedi?

È il calcio giocato dalla grandissima maggioranza di chi ama questo sport. Ci sono i fenomeni, che giocano in A e anche in B, e poi tantissimi splendidi giocatori, dotati di fisico o talento, o semplicemente grande forza di volontà, che danno l’anima per prevalere al di là del premio in palio o della categoria in cui si gioca. Senza di loro non ci sarebbe il calcio.

Parliamo dell’Abruzzo. Quali località o posti apprezzi maggiormente?

Tanti, è una regione vicina a dove vivo (a Roma), con splendidi posti di mare e montagne: mi vengono in mente subito Sulmona (dove ho fatto una serata per un mio libro) e Pescara, ma sono tanti i posti da citare…

Sei mai stato a Teramo?

No, aspetto l’invito di qualche Juve club locale per andarci. Magari per parlare insieme di questi più di 3100 giorni…

Ultima domanda: meglio il Pescara di Galeone o il Pescara di Zeman?

Di Galeone, ero un fan di Sliskovic!

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  Scritto da Redazione Abruzzo il 08/12/2020
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