Superlega, progetto che mette in discussione la nuova Champions League
Il progetto Superlega, nato come un fulmine a ciel sereno e che ha seriamente minato alla stabilità del calcio europeo, si è arenato nel giro di poco tempo. Complice la guerra innescata dalla UEFA e la dissertazione di quasi tutte le componenti in causa, eccezion fatta per Juventus, Real Madrid e Barcellona.
Ceferin, numero uno UEFA, ha più volte minacciato sanzioni e provvedimenti, poi non applicati: la prossima Champions League vedrà le tre squadre sopracitate regolarmente partecipanti. Il grido d’allarme però è stato forte, accolto anche da chi inizialmente era stato escluso dal progetto che potrebbe ancora cambiare le sorti del calcio europeo e mondiale. La crisi pandemia ha messo in ginocchio soprattutto i top club, che seppur non rischino di scomparire come le realtà più piccole, devono fare i conti con fatturati in calo e debiti per miliardi di euro.
“Al di là di tutte le discussioni circa i criteri e l’etica della Superlega, quel che è certo è che il calcio europeo necessita di una riforma, soprattutto se l’obiettivo è prima di ogni cosa la sopravvivenza. La stessa che ad oggi non assicura la UEFA né tantomeno la Champions League, i cui compensi non hanno differenza”, commenta Massimiliano Riverso, head writer di Gaming Insider.
I premi, fino a quindici milioni per i due club che raggiungo la finale più quattro supplementari per la vincente, non soddisfano più gli standard: non bastano, in una sola parola, per far fronte ad un calcio che ha ormai dei costi spropositati e che paga forse troppo la sua sudditanza alle procure sportive e alle grandi aziende di marketing. A questo va aggiunta la crisi di pubblico: il calcio è uno sport che pare non riuscire a tenere alti gli standard e competere con altri sport come il basket, soprattutto americano, e la Formula 1, che non solo hanno cifre più alte ma attirano sempre più spettatori, di tutte le fasce d’età.
“Il problema è che intere generazioni di ragazzi stanno crescendo senza l’amore per la palla, invertendo la tendenza che si era piuttosto affermata nel Novecento. Nel 2001 seguiva il calcio il 91% dei giovani, oggi solo il 77%: percentuali destinate a crollare nel prossimo decennio”, conclude l’analisti di Gaming Insider.
La risposta della Uefa comunque non si è fatta attendere: dal 2024 al via la rivoluzione della Champions League, con un cambio storico di format. Addio alle 32 squadre di oggi, con la competizione che si allarga a 36 squadre. La vera novità è rappresentata dal girone unico, con dieci partite a testa prima della trafila che dagli ottavi porta alla finale. Praticamente un campionato europeo, impostato sul modello della Superlega ma con criteri differenti. Basterà per sopravvivere?