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Rocco PAGANO esclusivo: "Io, l'Abruzzo e il calcio"

Intervista all'ex ala destra delle abruzzesi Pescara e Teramo, legato alla nostra terra e al calcio della nostra regione.

PESCARA - È una scena quotidiana quella in cui si nota, in piena mattinata, qualcuno leggere il giornale al bar con davanti una tazza di caffè. Non capita tutti i giorni, però, che il gestore di un bar possa vedere come protagonista di questa scena Rocco Pagano, bandiera del calcio pescarese e non solo, ormai diventato un abruzzese vero e proprio. Siamo al "New Emporio Cafè" di Villa Raspa di Spoltore e quasi ogni mattina i dipendenti del locale si trovano a servire caffè al tavolo dell'ex ala destra biancazzurra. Una carriera di tutto rispetto per Pagano, capace di ottenere la promozione in serie A due volte con il Pescara e una con il Perugia, con cui ha compiuto il doppio salto dalla C1 alla massima serie. In Abruzzo ha lasciato il segno sia con il Pescara che con il Teramo, prima di decidere di giocare tra i dilettanti, a testimonianza dell'amore che lo ha sempre legato al calcio. Oggi Rocco Pagano, dopo la lunga esperienza dilettantistica che lo ha portato alla Tollese ( attualmente in Prima Categoria), è rappresentante di vini proprio a Tollo e non smette di seguire lo sport che rappresenta, forse, il più grande amore della sua vita.

D: "Signor Pagano, agli occhi di tutti gli sportivi abruzzesi lei non ha bisogno di presentazioni dopo una carriera che le ha dato grandi soddisfazioni: qual è stato, per lei, il periodo che porterà sempre nel cuore?"
R:"Senza dubbio mi ricollego ai primi cinque anni a Pescara, dove arrivai dopo la mia esperienza in C1. Cominciai a vedere lo stadio pieno e molto entusiasmo, con una tifoseria che è sempre stata un'arma in più nella storia della società, e ciò mi caricava parecchio. Sicuramente nessuno si aspettava la promozione nella stagione in cui eravamo allenati da mister Galeone, eravamo una squadra giovane e con una rosa non molto ampia e porterò sempre nel cuore quegli anni."
D: "Molti fanno riferimento a quella famosa intervista a Paolo Maldini, che descrisse Rocco Pagano come il giocatore che l'ha messo più in difficoltà: nella sua carriera, invece, quali sono stati i giocatori più difficili da affrontare?"
R: "Soffrivo molto gli avversari veloci in campo. Maldini ha detto che l'ho messo in difficoltà, ma questo non lo ricordo poiché lui era velocissimo e io devo dire che lo ero a mia volta, tuttavia non so spiegare le vere motivazioni delle sue parole."
D: "Lei ha avuto diverse esperienze a livello professionista, in A, B e in serie C: qual è stato il compagno di squadra che l'ha colpita in particolare?"
R: "A Pescara, negli anni in cui ero in campo, c'era gente del calibro di Sliskovic e Leo Junior ma il giocatore che più mi colpì fu Stefano Rebonato, capace di segnare parecchi gol. A Perugia in squadra c'erano Giunti e Rapaic, ad esempio, e ogni squadra in cui sono stato aveva dei giocatori importanti. Per non dimenticare l'anno di Udine, voglio ricordare campioni come Balbo, Giuliani, Sensini. L'impatto di Rebonato con la categoria credo che sia la cosa che più mi ha stupito in tutta la mia carriera."
D:"Come mai nel 1985 decise di vestire la maglia del Pescara?"
R:" Ricordo di giocare nell'Alessandria dei Calleri e l'anno seguente andai in prestito al Derthona. Feci una gran bella stagione e arrivai a Pescara anche perchè mister Catuzzi era molto amico del ds dell'Alessandria e, insieme ad altri calciatori, fui chiamato quì a Pescara."
D:" In Abruzzo non ha vestito solo la maglia del Pescara: quali ricordi ha della sua esperienza al Teramo?"
R:" A Teramo furono due anni bellissimi: ho sempre avuto un buon rapporto con tutti, ovunque ho giocato, e ricordo che per due anni consecutivi arrivammo a disputare i playoff, senza avere successo. Il presidente Malavolta dava sempre il massimo e i nostri risultati erano anche merito suo. Mi dispiace che non trovammo la promozione, ma ci divertimmo non poco e ciò fa sempre piacere quando mi torna in mente."
D:" Nel '99 la carriera di Rocco Pagano cambia e vive una nuova fase con l'esperienza nei campionati minori: perchè decise di scendere di categoria?"
R:"Intanto mi fa piacere dire che mi sono fermato a vivere nella città in cui mi sono trovato meglio dal punto di vista calcistico e non solo. Il calcio è sempre stato nel mio sangue e decisi di giocare nelle categorie dilettantistiche, cercando di raggiungere i miei amici nelle varie squadre di Promozione e Eccellenza. Alla Tollese arrivai per caso dieci anni fa e ho instaurato delle relazioni particolari con i cittadini, per cui ho deciso di rimanere lì e ho trovato anche il modo di coltivare la mia passione per i vini nella "Cantina Tollo". 
D:" Secondo lei, date le sue numerose esperienze in Abruzzo, quali aspetti andrebbero migliorati nel calcio della nostra regione?"
R:"In primis darei maggior rilievo ai campi da gioco, visto che in questi anni c'è una certa carenza di impianti sportivi e terreni di gioco. Nel nord Italia c'è tutta un'altra prospettiva, con i campi di periferia in erba, ma per me non fa differenza giocare su terra, com'è a Tollo, o sull'erba."
D:" Adesso facciamo una panoramica del calcio abruzzese: cosa sente di dire sulla situazione regionale?"
R:" Il calcio in Abruzzo è abbastanza soddisfacente poiché molte società stanno facendo bene sotto tutti i punti di vista. Oltre al Pescara, impegnato nei playoff, c'è il Lanciano, che da anni riesce a portare al termine soddisfacenti stagioni. Vorrei citare il San Nicolò del mio amico Epifani, una realtà che da tre anni fa campionati di vertice. Tuttavia credo che, in linea generale, ci sia un calo e questo, a mio avviso, è anche legato al discorso dei fuori quota: se un ragazzo ha la passione del calcio non deve giocare solo perchè è fuori quota, ma andrebbero evidenziate le varie qualità."
D:" Cosa si sente di dire ai ragazzi che iniziano ad affacciarsi nel mondo del calcio e sognano di poter arrivare in alto?"
R:"Quando ho iniziato a giocare non si badava alle mete più alte, contava divertirsi. La massima aspirazione che si poteva avere era arrivare in C, ma è importante divertirsi per vivere al meglio questo sport. Se si hanno delle qualità, poi, si avranno delle ricompense e bisogna avere pazienza."
D:"Ha già detto in altre interviste di non voler diventare un allenatore, ma c'è la possibilità di vedere Rocco Pagano coinvolto in un progetto sportivo?"
R:"A fine carriera bisogna scegliere cosa fare e io ho scelto di divertirmi, anche vivendo al meglio il mio lavoro. Essere nella città che mi ha dato tanto calcisticamente può essere uno stimolo e entrare in un progetto sportivo particolare mi sarebbe piaciuto e mi piacerebbe, ora però non ci penso e mi godo la mia vita. Non si sa mai quel che potrà accadere ma va bene così, sono felicissimo di vivere in una città cosi bella, vicino alla gente che mi ha sempre voluto bene."
D:" Concludiamo ripercorrendo i gol e le azioni che più le rimangono nella memoria."
R:" Due sono gli episodi che non dimenticherò mai: il 2-0 alla Juventus allo stadio Adriatico e il rigore che mi procurai a San Siro con l'Inter, quando riuscimmo ad espugnare Milano contro ogni pronostico. Il gol alla Juve fu stupendo, presi la palla e metà campo e arrivai in area avversaria con una gran corsa, prima di insaccare la palla sotto la Nord. Poi c'è il rigore a San Siro, contro la forte Inter di Trapattoni, e riuscimmo a vincere, togliendoci una grande soddisfazione. Oltre a questi episodi è indimenticabile la prima promozione col Pescara e ho vissuto bei momenti anche a Perugia: insomma, sono più che soddisfatto della mia carriera."


Nicolas Maranca

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  Scritto da Nicolas Maranca il 29/05/2016
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