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Giuseppe TRAILANI: un veterano del calcio dilettantistico

Intervista al giocatore della Sim Pontevomano, nonchè ideatore e fondatore dell’Academy Soccer School Technical Individual Giuseppe Trailani a cura di Luca Salini

Ho conosciuto Giuseppe Trailani nel corso della mia avventura come dirigente del Bisenti calcio. Conosciuto direttamente e personalmente: avevo ammirato già le sue gesta in quanto Giuseppe ha giocato nel Bisenti calcio diversi anni fa. Era novembre 2014: si giocava a Bisenti la partita di prima categoria tra la squadra locale e l’Insula Falchi, in cui giocava Trailani; in campo si verificarono episodi particolari che penalizzarono l’Insula, l’atmosfera nel post partita fu  abbastanza nervosa. Ma Giuseppe, con sportività, si intrattenne con la squadra del Bisenti presso il bar del paese e partecipò in modo delicato ed entusiastico alla tradizionale festa del dopo gara (a prescindere dal risultato sportivo). Di solito preferisco non personalizzare le mie interviste, ma questo preambolo era doveroso per introdurre Giuseppe Trailani: giocatore fortissimo ma prima di tutto una persona perbene.

Giuseppe Trailani per te gli anni non passano mai. Da tanti anni sei un protagonista del calcio dilettantistico regionale. Dove vuoi arrivare?

Sto concludendo il mio 26° campionato di prima squadra ( tra serie D, Eccellenza, Promozione, Prima e Seconda Categoria): il  mio obiettivo è dettato dal divertimento che questo sport ancora mi offre. Andrò avanti finché l'entusiasmo mi accompagnerà. 

Hai giocato in tante squadre della provincia di Teramo. C’è una realtà in cui ti sei trovato meglio?

Ho giocate in diverse squadre ma non tante. Ho sempre scelto ambienti umili e seri, dove il requisito umano è venuto sempre prima di quello sportivo. Di conseguenza sono stato bene nelle  dieci stagioni al Montorio, nelle quasi otto al Pontevomano, mi sono trovato bene anche con Falchi Fano Insula e con la Sim Pontevomano, che mi ha accolto nelle ultime quattro stagioni. 

Sei un centrocampista molto forte tecnicamente. A quale calciatore ti sei ispirato?

Tra i miei giocatori preferiti ci sono senza ombra di dubbio Giuseppe Giannini, Boban e Pirlo su tutti. Anche Redondo mi piaceva parecchio. 

Oltre ad essere un valido giocatore della Sim Pontevomano, sei ideatore e fondatore dell’Academy Soccer School Technical Individual. Detta così sembra una cosa mastodontica. Vuoi illustrare ai lettori il progetto e i suoi obiettivi?

L’academy soccer School é un progetto molto ambizioso scaturito dalla forte volontà di creare qualcosa di nuovo: un centro di sviluppo che permetta di fornire un’adeguata preparazione ai giovani calciatori con l’obiettivo di migliorare il loro talento. L’academy soccer School nasce per insegnare il gioco del calcio in maniera minuziosa e con particolare riguardo agli aspetti della tecnica sia individuale che applicata: non esiste sistema di gioco efficace senza una preventiva formazione specifica sotto il profilo tecnico. Tramite il nostro progetto vogliamo far sì che ogni singolo atleta, in base alle sue specifiche esigenze, ottenga una preparazione mirata non solo sulle gestualità tecniche, ma anche sulla rapidità di esecuzione, sulla resistenza ed anche su aspetti esterni alla formazione sul campo, quali lo sviluppo cognitivo. L’intento dell’accademia non è la decontestualizzazione del singolo, ma l’esaltazione delle qualità che accrescano l’efficienza del gruppo. Un buon gioco di squadra si basa non solo sull’applicazione tattica, ma anche sul possesso di quelle qualità tecniche per lo sviluppo di una manovra organizzata, quali controllo palla, passaggio, tiro, qualità del dribbling, preparazione atletica, potenziamento muscolare, velocità, rapidità di esecuzione e di pensiero. È solo tramite l’incontro di tali qualità individuali che la squadra può giungere efficacemente al risultato. Nel calcio moderno, spazio e tempo sono concetti basilari ed il giocatore é chiamato a rapportarsi con essi: l’analisi, la decisione e l’attuazione del gesto tecnico ed atletico, quindi, sono di primaria rilevanza. Il nostro compito é quello di mettere a disposizione del giovane calciatore gli strumenti e gli insegnamenti necessari ed il nostro desiderio è quello di creare giocatori preparati ed intelligenti, consapevoli della loro dimensione di elemento a disposizione ed al servizio del gruppo, ma anche delle loro qualità individuali, riuscendo a fondere questi due aspetti cruciali per procedere in maniera efficiente alle letture del gioco e far sì che ciò si traduca sul campo

 

Da dove nasce la passione per insegnare calcio ai bambini, soprattutto da un punto di vista della tecnica?

Nasce dalla voglia di dare tutto quello che io non ho mai ricevuto dal punto di vista sportivo in gioventù. La scelta di specializzarsi sulla tecnica nasce soprattutto da quello che a me riusciva fare meglio ma anche da un'esigenza dettata da una regressione-involuzione tecnica ormai arrivata a livelli preoccupanti in tutto il nostro sistema calcistico. 
A mio avviso è fondamentale trasferire un mezzo tecnico ai ragazzi per dar loro l'opportunità di poter competere nel gioco del calcio a qualsiasi livello. 

Torniamo alla Sim Pontevomano. Sei soddisfatto del campionato finora disputato dalla tua squadra? E del tuo rendimento personale?

Siamo soddisfatti per quello che stiamo costruendo o ricostruendo. Per quanto riguarda i risultati sul campo si poteva far sicuramente qualcosa in più, ma si tratta di un anno davvero sfortunato, se si considera che forse siamo l'unica squadra a non aver fatto acquisti nel mercato invernale, pur avendo perso per infortunio ben cinque giocatori. 
Del mio rendimento non sono mai realmente soddisfatto e non riesco, da giocatore, ad essere effettivamente autogiudicabile. Ma l'impegno e il sacrificio non mancano mai. 

Giuseppe, vogliamo soffermarci un attimo su Mister Isotti, un bravo allenatore che predilige il bel gioco.

Mister Isotti dal mio punto di vista  in queste categorie è davvero un lusso. E’ preparato in tutte le aree di competenza che un grande Mister dovrebbe conoscere. Sono meravigliato ma non sorpreso  di come la nostra squadra riesca a giocare bene, talmente bene da far sembrare le nostre partite di e da categorie superiori. Isotti arriverà in alto. 

Hai mai pensato di diventare allenatore di prima squadra?

Credo di non essere portato per allenare prime squadre (anche se una parentesi  positiva l'ho a avuta), ma è un dubbio che mi tengo volentieri.

Ultima domanda. Cosa farà Giuseppe Trailani la prossima stagione?

Cercherò di fare ancora meglio e di più per l’ Accademia e di portare la Sim Pontevomano in prima categoria.

A cura di Luca Salini

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  Scritto da Redazione Abruzzo il 20/03/2019
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