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L'impatto della VAR sul Mondiale

La Serie A, il punto più alto del calcio italiano, è da molto un torneo in fase stagnante, nel quale i migliori calciatori difficilmente vengono a giocare e, oltrettutto, nel quale il dominio della Juventus è talmente forte da abbattere la competitività ad alti livelli. Eppure, un pregio ce l'ha: è stato uno dei primi tornei europei a sperimentare la VAR, ossia l'aiuto tecnologico e visivo per gli arbitri nei casi in cui le decisioni da prendere non siano chiare in tempo reale. Nell'anno in cui la società torinese si è imposta per la settima volta consecutiva, l'utilizzo di questo strumento, seppur molto contestato in alcuni frangenti, è stato comunque molto utile e non a caso sta venendo utilizzato adesso durante il mondiale di Russia 2018. Al di là dell'impatto sul calciomercato estivo, il campionato del mondo attuale è importante anche per tracciare una serie di direttive.

Esperimenti e imprevedibilità

Il sistema Video Assistant Referee (VAR) è stato quest'anno introdotto dalla FIFA per la prima volta in un torneo importante come il mondiale. Il suo principio di esecuzione è essenzialmente quello di correggere alcuni errori evidenti effettuati dall'arbitro o dal guardalinee durante il gioco. Secondo le linee guida della FIFA, il VAR può essere utilizzata solo per quattro tipi specifici di decisione: sanzioni, obiettivi, cartellini rossi e casi di identità errata. Tuttavia, la chiamata finale sarà sempre presa dall'arbitro, il principale responsabile del corretto andamento della partita.

Ciò che possiamo sottolineare dell'applicazione del VAR nel torneo è che il suo utilizzo ha provocato una serie di situazioni inaspettate, come ad esempio l'eliminazione della Germania, grande testimonial Adidas, contro la Corea. In seguito anche alla caduta del Brasile ai quarti contro il Belgio, il 10 luglio è l'Inghilterra una delle favorite alla vittoria finale secondo i pronostici di più di un sito di scommesse, con una quota pari a 3, un grande cambiamento dall'inizio del torneo. Se vogliamo prendere in considerazione l'impatto globale diretto del VAR in questa coppa del mondo, in data 30 giugno vediamo come si sono registrati ben 24 calci di rigore, il che significa che è stato già infranto il record del numero massimo di rigori, che risaliva ai 18 delle edizioni del 1990, del 1998 e del 2002. Un numero impressionante se calcoliamo che si era soltanto al primo giro di boa e mancavano ancora due settimane di gioco.

Delle 24 penalità assegnate fino a quel momento, 7 sono state assegnate dal sistema VAR, il che riflette un impatto globale del 29%. Le percentuali di successo dei rigori sono state del 60% con 15 dei 25 totali convertiti in goal. In generale, l'impatto di questa nuova tecnologia è stato relativo soprattutto ai falli classici di gioco, la maggior parte dei quali occorreva in area di rigore e poteva dunque essere oggetto di massima punizione. Dopo la fine della fase a gironi su un totale di 335 falli verificati tramite VAR (con un sorprendente numero di 6.9 media per partita), solamente in 14 occasioni è stata cambiata la decisione originaria.

Pareri discordanti

Essendo il calcio uno sport con una tradizione importante, in molti si sono lamentati per la mancanza di emozioni dal vivo nelle notti calcistiche mondiali. Questo perché, secondo loro, aspettando il responso del VAR passa troppo tempo da un goal al festeggiamento. La mancata intensità della partita in caso di frequenti stop dovuti all'utilizzo di questa nuova tecnologia è senza dubbio il cavallo di battaglia dei detrattori del VAR, i quali si sentono forse troppo legati alle vecchie tradizioni e non riescono a lasciarsi andare.

Tuttavia è altresì corretto evidenziare l'altra faccia della medaglia. Il VAR ha senza ombra di dubbio ridotto gli errori più importanti, e non solo. Per alcuni ha addirittura aggiunto dello spettacolo quando utilizzato in tempi brevi e in maniera adeguata. Sebbene a volte abbia fatto trattenere il respiro ai tifosi, il VAR ha aggiunto del pathos a delle partite. È chiaro che, come la maggior parte delle cose nella vita, il VAR non è perfetto, anche perché la componente umana che lo deve analizzare può cadere in errori di interpretazione e, di conseguenza, è sempre l'arbitro ad essere criticato a fine partita.

Esempio per il futuro

Ciò che il VAR ha altresì dimostrato, tuttavia, è che anche dopo che la tecnologia è stata chiamata in causa, pioveranno sempre critiche da parte di coloro che guardano la partita a casa su uno schermo televisivo e daranno vita alle classiche polemiche da bar. Bisogna partire dunque da un punto chiaro: il VAR è tutt'altro che perfetto. Eppure, insieme alla goal line technology, inserita da pochi anni, è sicuramente il miglior mezzo disponibile per ridurre gli errori arbirali, che in molti casi hanno falsato campionati nazionali, europei e mondiali. Tale strumento va dunque visto come una risorsa preziosa per aiutare gli arbitri a prendere decisioni cruciali e importanti nell'andamento del match. L'importanza dell'introduzione del VAR è senza precedenti. Stiamo parlando, infatti, di una rivoluzione a sé stante nel mondo del calcio, che è arrivata tardi rispetto ad altri sport come ad esempio il tennis, la pallavolo o il basket, nei quali gli arbitri si possono servire di strumenti informatici di precisione per ridurre i loro errori umani.

L'esempio della Serie A è dunque un esempio per il futuro del calcio mondiale, che dopo l'estate di Russia probabilmente non tornerà più indietro. D'altronde, se oggi in tanti impazziscono per le statistiche raccolte a fine partita attraverso sonde inserite nel terreno di gioco, perché non utilizzare uno strumento come il VAR per migliorarne l'andamento?

 

 

 

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  Scritto da Redazione Abruzzo il 13/07/2018
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